A pochi chilometri dal nostro hotel è possibile visitare la famosa Quercia Vallonea; è un monumento naturale che con i suoi 900 anni è uno degli alberi più vecchi d’Italia. Ha un’altezza di 20 metri mentre la sua circonferenza misura 4,5 metri con una chioma di 700 metri quadrati. È anche detta Quercia dei Cento cavalieri, la leggenda vuole , che Federico Secondo passando di là per una delle tante battaglie, durante una tempesta trovò riparo sotto l’albero con i suoi cento cavalieri.
La Quercia Vallonea è immersa nel Parco naturale regionale Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase è un parco regionale istituito nel 2006. Comprende alcuni Siti di Importanza Comunitaria: Costa Otranto – Santa Maria di Leuca, Boschetto di Tricase e Parco delle querce di Castro. Ha una superficie di 3227 ettari e si estende per circa 57 km lungo la costa orientale Salentina, rappresentando il più grande tra i parchi regionali istituiti nella provincia di Lecce.
L’area del parco presenta importanti rarità botaniche quali: fiordaliso di leuca (Centaurea leucadea), alisso di leuca (Aurinia leucadea), Campanula pugliese (Campanula versicolor). Un gruppo di orchidee dei generi Serapias spp., Ophris spp., Orchis spp., Spiranthes spp., e Anacamptis spp., arricchisce la componente floristica del parco.
Tra le specie arboree merita una menzione particolare la Quercia vallonea (Quercus ithaburensis) che, nel territorio di Tricase, ha il suo avamposto più occidentale d’Europa. In quest’area vi è stata l’ultima presenza regionale del mammifero più raro d’Europa, la foca monaca. Sempre in questi ambienti si annoverano diverse specie di rari invertebrati, piccoli crostacei ed altri organismi marini che trovano nelle grotte sommerse e semisommerse condizioni di rifugio e sopravvivenza, ad esempio una spugna nota esclusivamente per le acque della Grotta Zinzulusa. Tra gli uccelli il falco pellegrino, il gheppio, il barbagianni. Tra i mammiferi presenti sono da considerare di particolare rilievo le colonie di specie diverse di chirotteri all’interno di alcune grotte.
La millenaria frequentazione antropica è testimoniata dai resti del paleolitico e del neolitico rinvenuti nella grotta Zinzulusa e nella grotta dei Cervi. Tracce di un passato più prossimo sono le “pajare”, masserie fortificate, e torri dominanti il paesaggio.